Vogliamo approfondire le caratteristiche di un nuovo progetto PARCO AGRIVOLTAICO GUGLIONESI, promosso e coordinato da STUDIOGIULIANO SRL anche alla luce delle polemiche che spesso emergono sui mezzi di informazione quando si tratta di impianti di produzione energetica sia di tipo fotovoltaico che eolico.
Dalla documentazione pubblica messa a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica si può subito capire che il progetto presenta caratteristiche radicalmente diverse dai modelli di progetti fotovoltaici finora presentati e realizzati nella Regione Molise.
Innanzitutto il progetto di parco agrivoltaico risponde ai requisiti previsti dalle linee guida in materia di Impianti Agrivoltaici Giugno 2022 elaborate da dal gruppo di lavoro appositamente costituito composta da: CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), GSE, ENEA, RSE.
Esso riguarda un’area di scarso interesse agricolo produttivo, come illustrato in uno specifico studio realizzato appositamente dai Prof. Colombo e Avino del Dipartimento di Agraria dell’Università del Molise.
Le conclusioni dello studio, facente parte della documentazione di progetto presente sul sito del MASE, non lasciano spazio a dubbi sullo stato dell’agricoltura, in un’area considerata solo fino a qualche decennio fa, un’importate area produttiva agricola di pregio, di rilevante importanza economica dovuta sia alle produzioni cerealicole che zootecniche.
Un’area oggi diventata l’archetipo di un territorio agricolo di scarsa rilevanza produttiva, con fenomeni evidenti di degrado delle matrici pedo-agronomiche, sede di progressivi dissesti idrogeologici, di inquinamento degli strati superficiali del terreno coltivabile e delle reti idrologiche dovuto a quantità impressionanti di residui, tossici per l’uomo e la biosfera nel suo complesso, di antiparassitari e diserbanti. In aggiunta a tutto ciò si devono considerare i processi in atto, in qualche modo collegati e derivati, di abbandono e di incuria.
Lo studio effettuato anche con l’ausilio di campionamenti dei suoli dell’area di progetto hanno consentito di classificare i terreni di IV Classe di Capacità d’uso.
Le immagini fotografiche dell’area interessata dal progetto rendono in tutta evidenza lo stato dei luoghi che nei vari studi che accompagnano il progetto di Parco Agrivoltaico sono analizzati con dovizia di dati.
Le caratteristiche del progetto.
Il progetto si articola in 14 aree di estensione variabile ciascuna dai 15 ai 30 ettari e collocati in un raggio di circa 5 chilometri in gran parte nel territorio di Guglionesi e minima parte in quello di Montenero di Bisaccia. La connessione alla Rete elettrica Nazionale avverrà nella costruenda Sottostazione Terna di Montecilfone. Le 14 aree e il territorio di appartenenza, come viene documentato, presentano caratteristiche di un’agricoltura residuale e con processi di abbandono in atto.
La superficie complessiva è di 347 ettari di cui solo il 20%, ossia 70 ettari, sono coperti da pannelli fotovoltaici. La restante superficie è destinata allo svolgimento di agricoltura sostenibile e rigenerativa.
Il progetto di Parco Agrivoltaico il cui Ministero dell’Ambiente ha avviato l’iter autorizzativo appare dunque avere il proposito di rovesciare completamente il paradigma che sottende generalmente questi interventi: la modifica della destinazione dei terreni dalla produzione agricola alla produzione energetica quantunque da fonti rinnovabili, oppure l’uso strumentale del concetto agrivoltaico per realizzare impianti fotovoltaici su terreni agricoli. Qui sembra di trovarsi di fronte a un rovesciamento di paradigma, ossia un fotovoltaico funzionale all’agricoltura e alla sua rigenerazione. In questo il progetto di Parco Agrivoltaico presentato manifesta un carattere virtuoso perché si vogliono creare le condizioni affinché la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile abbia quale presupposto – come si legge negli studi presentati – il “recupero e la rigenerazione delle condizioni naturali del suolo, delle produzioni agricole, ma anche rifondare le basi di nuovi tessuti sociali comunitari in aree dove il degrado e l’abbandono hanno fatto sì che si perdessero, culture, comunità, identità territoriali, paesaggi.”
L’agricoltura rigenerativa.
Alla base di questo approccio vi è il concetto di Agricoltura Rigenerativa. Un’espressione, che sintetizza un insieme di pratiche agronomiche, che risale agli anni 70 del secolo scorso e che negli ultimi decenni ha attirato l’attenzione di studioso e operatori in tutto il mondo.
La FAO definisce l’Agricoltura Rigenerativa come un “…inclusivo approccio agli agroecosistemi per la conservazione del territorio, dei suoli, della biodiversità… attraverso sistemi agricoli olistici apportando benefici come cibo ricco di nutrienti, immagazzinamento di Carbonio, a aiuto alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. I sistemi agricoli sono progettati, dice sempre la FAO, per lavorare in armonia con la natura e migliorare nello stesso tempo la redditività“
Il progetto del Parco Agrivoltaico si inserisce dunque in un contesto agrario caratterizzato, come riportano gli studi che lo accompagnano, da problemi e criticità che vanno dalla scarsa produttività e redditività dei terreni interessati, alla presenza di alterazione e degrado del quadro degli ecosistemi agrari, a una condizione produttiva, socio-economica e culturale residuale e privi di prospettive.
La realizzazione del parco agrivoltaico intende ridare una nuova produttività a un territorio destinato inesorabilmente a perdere le peculiarità agricole.
Ha l’ambizione di “volere costituire la base per un nuovo equilibrio ecosistemico capace di preservare più efficacemente le risorse naturali del territorio e nello stesso tempo dare delle ricadute in termini di ricchezza prodotta sul territorio e stimolare nuovi emergenti soggetti imprenditoriali a cimentarsi in nuove sfide. Ha l’biettivo di mirare a “produzioni agricole e prodotti con forte identità legate al territorio, svincolati dai caratteri di fungibilità“.
Il progetto di Parco Agrivoltaico prevede che la gestione e il management della componente produttiva agricola del parco sia affidata allo SPIN-OFF della Università degli Studi del Molise AGRI-REGENERATIVE Società Benefit srl. Uno Spin-ff costituito da profili scientifici e professionali di lunga e consolidata esperienza, avente come scopo proprio lo studio e l’elaborazione di modelli di agricoltura rigenerativa, la loro promozione, il supporto tecnico scientifico e la loro implementazione
I soggetti coinvolti nelle attività agricole verranno individuati e selezionati in ragione dei loro profili e dell’attività di agricoltura rigenerativa che dovranno esercitare, tra:
- Giovani tecnici agricoli laureati o diplomati in forma singola o associata, che vogliono intraprendere la nuova attività
- Agricoltori del territorio che intendono affiancare alle loro attività agricole la conduzione di un’agricoltura rigenerativa.
- Soggetti svantaggiati cosi come definiti dal D.M. del 17 ottobre 2017, aventi i requisiti, indicati da strutture onlus del Terzo Settore, quali ex tossicodipendenti, ex detenuti, donne vittime di violenze, immigrati ecc. i quali possono agire in forma singola o associata.
Le attività agricole, come si legge negli studi allegati al progetto, riguarderanno una superficie di circa 250 ettari, con coltivazioni sostenibili miranti alla rigenerazione dei terreni.
Il piano di utilizzazione dei terreni e produzione agricola basato sull’agricoltura rigenerativa, consente da un punto di vista strettamente produttivo ed economico, di raddoppiare la Produzione Agricola ottenuta da una superfice ridotta rispetto a quella attuale e più che raddoppiare (+77%) la Produzione (PLV) per ULA. Consentirà inoltre di incrementare gli addetti per la superficie del Parco Agrivoltaico del 25%.
Il progetto di Parco Agrivoltaico sembra voglia sfidare modelli e gli approcci correnti rispetto al tema sia della produzione di energia elettrica fotovoltaica, sia rispetto al tema, non nuovo e non risolto, dei processi di abbandono di vaste aree agricole nelle zone interne collinari e del connesso degrado.
Degrado che è non solo di tipo idrogeologico, pedologico, agronomico, ma è anche perdita di identità e cultura del territorio, invecchiamento, incuria, disinteresse. Territori che, al di là delle parole e dei propositi e anche degli investimenti fatti dalle varie politiche sia europee che nazionali e regionali, sembrano avere nel loro destino l’abbandono.
Il Parco Agrivoltaico Guglionesi vuole essere anche il tentativo, a costo zero, di creare un modello, replicabile, da diffondere, che possa diventare un riferimento, per tanti soggetti emergenti, giovani in particolare, che nell’agricoltura, quella sostenibile, possano trovare un’attrattività, e desiderio di cimentarsi in un’impresa certo non scevra di difficoltà e problemi, ma che può dare dignità alle persone e ritrovate identità ai territori.